Teatro nel padiglione italiano della XIV Triennale di Milano
Il teatro è inteso come sala pluriuso capace di rispondere a un certo numero di funzioni attinenti allo spettacolo contemporaneo, caratterizzato da un forte poliformismo. L’agire (individuale o collettivo) ci sembrava l’unico momenti in cui le componenti spaziali (attrezzature, oggetti, luci, suoni, condizioni climatiche e tattili, profumi) assumessero significato, dando luogo a situazioni complesse, adatte a innescare nuovi sistemi di comunicazione. Veniva così negata alla forma fisica la capacità di caratterizzare l’ambiente, in quanto veicolo di un messaggio univoco. La delimitazione dello spazio diventava un elemento interno alle disponibilità funzionali dell’ambiente modificandosi in stretta correlazione al “senso” che all’ambiente avrebbero attribuito i suoi fruitori.
Attori ballerini, funamboli e il pubblico stesso avrebbero dovuto, usando le attrezzature disponibili come strumento neutrale della loro libertà, raccogliere l’invito ad attribuire, attraverso la loro fruizione, un significato all’ambiente. Le diverse proposte d’uso avrebbero rinnovato il “luogo” proponendo un assetto formale, anche senza assegnare un senso definitivo allo spazio (la forma come monumento) ma evidenziando un senso possibile tra molti. La XIV Triennale è stata occupata per alcuni mesi, durante i quali il “teatro” è stato usato come luogo di incontro e dibattito politico. Alla riapertura nello spazio sono stati organizzati svariati spettacoli d’avanguardia.
Progettisti:
Arch. Pietro Derossi
anni
1968
Stato
Progettazione, realizzazione